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Un corpo che esiste nel confine sottile tra materia e dissolvenza, tra presenza e scomparsa. Effimera è un'indagine visiva sulla transitorietà della forma femminile, un corpo che si sfuma nella luce, si scompone in ombre e riflessi, rivelando la sua essenza più impalpabile.

Non è solo il corpo a definirsi, ma la percezione di esso: ciò che resta, ciò che svanisce, ciò che si imprime nella memoria come un'eco di movimento. La pelle diventa velo, la carne si fa aria, l'immagine si stratifica tra realtà e visione.

Fragilità e forza si intrecciano, silenziose. Non c'è resa, solo un equilibrio sottile tra ciò che si mostra e ciò che si nasconde.

La tensione non è prigionia, ma una danza di contrasti: la pelle che cede, il nodo che trattiene, un potere che si svela nelle ombre.

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